il campo giovani della Guardia Costiera

Ore 15, lezione di squali. I giovani partecipanti al campo della Guardia Costiera, che si è tenuto nella Direzione Marittima di Bari, hanno avuto una lezione abbastanza insolita: gli squali del Mediterraneo e in particolare i cetorini che frequentano regolarmente le acque pugliesi!

Un incontro che a noi ha fatto particolare piacere visto la collaborazione stretta e continua con la Guardia Costiera e in particolare con quella pugliese.

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nessuna pinna in vista nel Nord Sardegna, secondo la Guardia Costiera.

nessuna pinna in vista nel Nord Sardegna, secondo la Guardia Costiera.

Oggi abbiamo chiuso il ciclo di incontri di aggiornamento con il Corpo della Guardia Costiera, alla Direzione Marittima di Olbia. C’erano gli uomini e donne delle Capitaneria di Porto di Olbia, Golfo Aranci, La Maddalena, Porto Torres e Alghero: esattmente le zone di passaggio dei cetorini.
Eppure nemmeno loro hanno ancora visto alcuna pinna, quest’anno: forse l’inverno così mite ha modificato le correnti, portando il plancton lontano dalle coste. Forse invece sono semplicemente in ritardo e compariranno solo fra qualche giorno… Chissà. Di certo, da domani avremo tante sentinelle in più in mare – e a giudicare dal loro entusiasmo, sono certa che non mancheremo di avere notizie al più presto. Grazie davvero, ragazzi!

da oggi abbiamo un nuovo alleato: la Marina Militare!

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Oggi, 3 marzo, la Giornata Mondiale della Vita Selvatica ha festeggiato l’entrata in vigore della CITES, la Convenzione internazionale sul commercio delle specie protette. L’abbiamo ricordata a La Maddalena nel corso di un incontro con il comandante della scuola sottufficiali della Marina Militare, Comandante Claudio Gabrini.
Perché a La Maddalena e perché la Marina? Perché quest’isola per l’Operazione Squalo Elefante ha un valore particolare, visto che è il cuore delle zone di passaggio del cetorino nelle sue migrazioni mediterranee, ed è qui che nel 2006 abbiamo marcato il primo- e finora unico- cetorino del Mediterraneo, una delle specie inserite nella convenzione CITES. Sull’isola la Marina Militare ha una scuola dove forma i marinai del futuro: i sottufficiali di Marina, gli uomini delle motovedette della Guardia Costiera ma anche i ragazzi delle scuole italiane che si sono distinti negli studi, cui viene insegnato ad andare per mare a vela.
L’incontro di oggi sancisce l’inizio di una nuova collaborazione che dimostra una volta di più come la nostra Marina non sia solo una forza armata, ma una presenza importante sui nostri mari capace di offrire, oltre a protezione e assistenza, un servizio di sorveglianza ambientale ed ecologica del nostro ambiente.
L’appoggio e l’interesse della Marina al nostro progetto si è tradotto in questo incontro in cui, con il Comandante e i suoi uomini – il direttore agli studi della scuola Domenico Usai, il direttore corsi speciali Mauro Coppadoro, il direttore corsi operatori Raffaele Bottone, il comandante della splendida nave a vela Caroly Marcello Losito, Lorenzo Bruni in rappresentanza delle Capitanerie di porto con l’addetto alle pubbliche informazioni Salvatore Lauricella – abbiamo esplorato le possibilità di inserire nelle operazioni in mare e nelle attività formative l’argomento squali elefante. Una grande opportunità per il nostro progetto, che così vede infittirsi la rete di ‘sentinelle ambientali’, ma anche un argomento interessante per le nuove leve, e di stimolo per l’approfondimento delle conoscenze sull’ambiente marino.
Un percorso già avviato con gli uomini della Guardia Costiera, che domani incontreremo alla Direzione marittima di Olbia.

lezione squali in Capitaneria, a Napoli

lezione squali in Capitaneria, a Napoli

Continua la serie di “incontri squali” nelle sedi della Guardia Costiera di tutt’Italia.
Nei giorni scorsi siamo stati a Napoli, dove sono intervenuti una trentina di uomini e donne delle sedi campane. Abbiamo raccolto le loro esperienze – alcuni di loro erano intervenuti proprio in occasione dello sbarco dello squalo elefante di Torre del Greco, altri si immergono spesso sul Banco di Santa Croce, dove ormai passiamo molto tempo nel nostro altro progetto sui gattucci maggiori (http://www.uovodigattuccio.it).
A loro abbiamo presentato sia i nostri progetti che le nuove regolamentazioni europee sulla pesca. E ora, abbiamo un sacco di nuovi avvistatori per mare, che ci potranno avvertire se gli squali elefante si avvicineranno lungo le coste campane!

news dalla Sardegna

squalo avvistato a Mortoriotto

lo squalo avvistato a Mortoriotto

Sono comparsi all’improvviso tra Porto Rotondo e Olbia, ma dopo la maestralata di mercoledì sembra si siano allontanati.

Giovedì una giornata perfetta: mare piatto, pochissimo vento, ottima visibilità. Abbiamo battuto tutta la zona con la motovedetta della Guardia Costiera di Olbia e poi in gommone con Tore Vitale, uno dei maggiori conoscitori di questa zona – 70 miglia in tutto tra Mortorio e Molarotto ma, a parte qualche delfino, berte, gabbiani e meduse… nessuna pinna. L’acqua è scura e c’è moltissimo plancton in sospensione: esserini minuscoli che abbiamo raccolto col retino ma troppo piccoli per riconoscerli a occhio nudo. Sarà questo il cibo che ha attirato nei giorni scorsi gli squali in questa zona? Domani, lunedì, faremo un salto all’Area Marina Protetta di Tavolara e Capo Coda Cavallo per capire al microscopio di cosa si tratti.

La situazione lungo tutta la costa nororientale sarda è ugualmente tranquilla: da Arbatax e l’Asinara nessuna delle nostre sentinelle segnala squali e nemmeno a Cala Gonone –  normalmente un hotspot di squali e balene – hanno ancora visto arrivare una pinna.

Oggi abbiamo in programma un volo per pattuliare il mare dall’alto ma, come in tutta Italia, piove. Aspettiamo una schiarita e poi si andrà.

Per il momento, grazie ancora alla Guardia Costiera per il supporto prezioso qui a Olbia, e in particolare ad Alberto Comuzzi, Paolo Magistri, Gianfranco Venezia, Piero Massone e il loro comandante Martello.

L’Operazione Squalo Elefante è condotta da MedSharks con il supporto del CTS e della Fondazione Principe Alberto II di Monaco e della  Associazione Italiana Fondazione Principe Alberto II di Monaco ONLUS

Bari, lezione di squali

Una gran bella giornata a parlare di cetacei, tartarughe e squali elefante – la seconda, dopo quella di mercoledì cui ha partecipato Simona -un corso molto pratico per gli uomini della Guardia Costiera e dei veterinari di tutta Puglia organizzato dal comando di Bari in collaborazione con Nicola Zizzo dell’Università di Bari e Vincenzo Prunella dello Jonian Dolphin Conservation.
Come riconoscere una balena da un capodoglio? Una stenella da un delfino comune? Un grampo da un globicefalo? E perché ci interessa? Cosa fare quando si trova una tartaruga spiaggiata?
E, ovviamente… cosa fare quando si incontra uno squalo elefante? Probabilità tutt altro che remota, dato che gli ultimi 5 avvistamenti sono avvenuti proprio qui in Adriatico, di cui tre in Puglia. Tre, perché Nicola, che è un veterinario, è certo che il cetorino spiaggiato a Mola di Bari che Simona ha sezionato non sia lo stesso pescato una decina di giorni prima dai pescatori, e poi rilasciato. Ce lo spiegherà lui stesso in un prossimo post.
Per ora vorremmo ringraziare l’ammiraglio Di Tullio, il comandante Tommaso Gismondi e Tommaso Capodiferro, i “padroni di casa”, per averci dato l’opportunità di “arruolare” così tante persone nell’Operazione Squalo Elefante. Per noi la Puglia sta diventando davvero importante, soprattutto in questa stagione, e sapere di poter contare su una rete di informatori che copre capillarmente una regione cosi’ estesa è fondamentale.
Ma c’è una cosa che mi ha davvero colpito: la curiosità sincera e l’interesse di tutti questi uomini e donne che per lavoro – ma evidentemente anche per passione – vivono a contatto col mare. Fa proprio piacere sentire questo entusiasmo. Contiamo su di voi, ragazzi! E grazie dei messaggi sul nostro profilo Facebook: scriveteci anche li!

CSI sulla scogliera di Mola

20130131-123815.jpg Un ragazzino di sei metri: era solo un adolescente lo squalo elefante che si è spiaggiato un paio di giorni fa sulla costa di Mola di Bari. Probabilmente lo stesso pescato accidentalmente dal peschereccio Mimma Francesca il 18 gennaio un paio di miglia più fuori, e poi rilasciato in mare ancora vivo. Purtroppo non è riuscito a riprendersi. La morte di un esemplare giovane di una specie a rischio estinzione è certo un peccato. Per la scienza però questa morte è una grnade occasione per imparare qualcosa della biologia di questa specie, tanto grande quanto ancora misteriosa.
Per questo ieri, dopo un rapido giro di telefonate con la Capitaneria di Porto locale, ci siamo precipitate qui a Bari, con a “lista della spesa” dei colleghi di molte università: chi voleva la carne per le analisi tossicologiche, chi per il DNA, chi il fegato, lo stomaco, le vertebre…
Con un coltellaccio da macellaio, Simona ha preso campioni per tutti, compresa la grande vertebra centrale: contando gli anelli, come nei tronchi degli alberi, si dovrebbe capire l’età. Difficilie dirlo per ora con precisione: a spanne, però, vista la lunghezza (sei metri) che corrisponde a un individuo non ancora maturo, non aveva ancora 12-15 anni.
Aggiornamenti più avanti, intanto vi mettiamo qualche foto.
Grazie ancora alla Capitaneria di Porto per l’assistenza, sopratutto ad Alessandro D’Erchia, comandante della capitaneria di Mola di Bari, con i sottocapi Francesco Guardino e Francesco Romanazzi.