avvistati i primi squali elefante a sud di Bari

Un po’ in anticipo rispetto alle stagioni passate, gli squali elefante hanno iniziato ad avvicinarsi alle coste pugliesi. Due avvistamenti a pochi giorni di distanza fra Monopoli e Torre Canne lo dimostrano: due begli esemplari placidamente intenti a “pascolare”, bocca spalancata, accanto alle barche di pescatori ricreativi.

E’ importante fotografare la pinna dorsale dello squalo e avvertirci tempestivamente della presenza degli squali (noi o la Capitaneria di Porto): cercheremo di marcarli coi trasmettitori satellitari per poterli seguire e capire dove vanno una volta lasciate le coste pugliesi.

piccoletto pescato a Pirano, in Istria

squalo elefante pescato a Pirano a fine dicembre 2014

squalo elefante pescato a Pirano a fine dicembre 2014, foto il Piccolo

E’ finita dopo pochi mesi la vita di questo giovanissimo squalo elefante lungo, pare, appena un paio di metri. E’ finito per errore nelle reti di un pescatore sloveno al largo di Pirano, in Istria, ed è stato trasportato al Museo di Storia Naturale di Lubiana a cui abbiamo chiesto ulteriori informazioni e qualche campione per i nostri studi. Qui l’articolo originale su il quotidiano il Piccolo

It lived a very short life, this two-meter long basking shark. It was caught accidentally in the net of a Slovenian fisherman in late December and was later taken to the Natural History Museum in Lubjana, which we contacted for more information and samples to use in our studies. The news was originally published on the Trieste daily il Piccolo.

cetorini in Puglia: la bozza

Questa è la bozza del nostro lavoro d’indagine sulla presenza regolare in Puglia degli squali elefante; dopo la correzione di un paio di refusi, verrà pubblicata sugli atti del 45esimo congresso della Società Italiana di Biologia Marina che si è tenuto a Venezia.

Qui sotto le foto del congresso SIBM di Venezia, dove abbiamo presentato questo lavoro, e di alcuni momenti della nostra inchiesta in Puglia.

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al congresso degli “squalologi europei”

Dieci anni di osservazioni, analisi e scoperte sugli squali elefante in Mediterraneo riassunte in venti minuti: tanto è durata la relazione che abbiamo presentato ai ricercatori di squali provenienti da tutta Europa (e qualcuno anche più in là) durante il congresso 2014 della European Elasmobranch Association che si è tenuto a Leeuwarden, nei Paesi Bassi, dal 7 al 9 novembre.

Dopo tanti anni è stato importante presentare ai colleghi il quadro generale che sta emergendo dalla nostra ricerca: cioè che in Mediterraneo gli squaloni hanno due luoghi in particolare dove amano tornare – Sardegna e Puglia – e che li frequentano in inverno/inizio primavera. Che da noi troviamo animali molto grandi e anche piccolissimi – relativamente parlando: pariliamo sempre di animali di un paio di metri, che sono comunque  fra i più piccoli avvistati al mondo.  Che sono a rischio non solo di finire nelle reti (tante le catture, ma fortunatamente anche tanti i rilasci), ma anche di intossicarsi con la plastica che galleggia in mare. IMG_3433Ma è soprattutto la collaborazione con l’Università di Aberdeen ad aver svelato uno dei segreti più interessanti: sembra infatti (bisogna ancora finire di analizzare alcuni campioni e ragionare sui risultati) che i nostri squali elefante siano geneticamente diversi da quelli dell’Atlantico. Un risultato che, se sarà confermato dalle ulteriori analisi, è davvero importante: guardate cosa ha commentato su Twitter uno dei massimi esperti di squali al mondo!

L’Operazione Squalo Elefante è un progetto di MedSharks che dal 2005 monitora gli avvistamenti e catture di squali elefante in Italia. Dal 2012 si avvale della collaborazione del CTS con il supporto della Associazione Italiana della Fondazione Principe Alberto II di Monaco.

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squali e plastica: sentite un po’ qui

Plastica… una minaccia per tanti animali marini, compreso il nostro squalo elefante. Se volete saperne di più, ascoltate la presentazione di Maria Cristina Fossi, dell’Università di Siena, con cui abbiamo recentemente pubblicato un lavoro. Gli squali elefante, come le balene, si nutrono filtrando il plancton dall’acqua di mare. Purtroppo abbiamo ora le prove che assieme ai gamberetti ingeriscono anche grandi quantità di frammenti di plastica. Per capirne di più, ascoltate questa relazione.
Il tema della plastica in mare è un tema che noi di MedSharks stiamo seguendo attentamente. More news presto!

http://stream.di.unipmn.it/pages/plasticday2014

squali a Trieste!

Bella tappa a Trieste dell’Operazione Squalo Elefante nell’atmosfera elettrica della Barcolana.

Due gli incontri per parlare di squali e dei nostri squali elefante: il nord Adriatico, infatti, nel 2001 fu teatro di una incredibile concentrazione di cetorini. Gli incontri si sono svolti nel rinnovato Museo di Storia Naturale, che ospita anche il più grande squalo bianco conservato al mondo, una femmina di quattro metri e mezzo, pescata nel lontanissimo 1906!, e allo storico Aquario sulle Rive dove sono temporaneamente ospitata la mostra sugli squali che abbiamo realizzato per il progetto SharkLife.

Qui l’articolo che è uscito sul quotidiano locale, il Piccolo.

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squali a Ostia

21 settembre 2014 – Dopo una stagione di avvistamenti (per fortuna, diciamo noi), gli squali di Ostia questa volta sono solo in foto!

Simona ha parlato a un gruppo di appassionati di mare e immersioni nel corso dello Scuba Show e raccontato i progressi dell’Operazione Squalo Elefante e degli altri progetti di MedSharks. Fra questi il progetto Stellaris che si avvale proprio della collaborazione dei subacquei, come ha spiegato uno dei partecipanti al progetto, Guglielmo Rasy (guardate la sua presentazione qui)

il campo giovani della Guardia Costiera

Ore 15, lezione di squali. I giovani partecipanti al campo della Guardia Costiera, che si è tenuto nella Direzione Marittima di Bari, hanno avuto una lezione abbastanza insolita: gli squali del Mediterraneo e in particolare i cetorini che frequentano regolarmente le acque pugliesi!

Un incontro che a noi ha fatto particolare piacere visto la collaborazione stretta e continua con la Guardia Costiera e in particolare con quella pugliese.

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congresso dei biologi marini a Venezia

22 maggio 2014 – Nel 2001 qui al largo di Venezia gli squali elefante erano di casa. Per qualche settimana si registrarono decine di avvistamenti tra le coste romagnole e quelle triestine; poi, solo qualche caso sporadico. Cosa abbia provocato una tale concentrazione in quell’anno non si è mai saputo. Di certo, però, quell’avvenimento segnò l’inizio della collaborazione fra noi, Eleonora e Simona, e la nascita di MedSharks.

A Venezia si sono dati appuntamento quest’anno i biologi marini italiani, riuniti per il 45° congresso della Società Italiana di Biologia Marina (SIBM). Noi di Operazione Squalo Elefante presentiamo i risultati di un accurato lavoro di raccolta dati e di interviste sul campo, in cui diamo conto che la presenza dei cetorini in Puglia non è affatto casuale ma anzi si ripete regolarmente ogni inverno: le acque pugliesi sono quindi una tappa regolare delle migrazioni di questi animali. Voi che leggete questo blog o ci seguite su facebook lo sapevate già, ma ai biologi dovevamo fare un resoconto puntuale e preciso!

Il lavoro è stato portato avanti con la collaborazione di Fabrizio Serena e Cecilia Mancusi (ARPAT, che cura il database MEDLEM che registra le catture e avvistamenti di grandi squali in Mediterraneo)  e di Gianbattista Bello (Arion, Mola di Bari) e Giorgio Cataldini (Museo del Mare, Gallipoli) due biologi pugliesi da anni impegnati nella rete degli spiaggiamenti.

L’Operazione Squalo Elefante è un progetto di MedSharks condotto con la collaborazione di CTS e il supporto della Fondazione Principe Alberto II di Monaco.

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poveretta! E’ finita nella rete

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lo squalo elefante recuperato dai sommozzatori dei Vigili del Fuoco al largo di Livorno, 2014

La lunga vita di un grosso squalo elefante, una femmina di otto metri di lunghezza, è finita in una rete sulla Secca della Meloria, al largo di Livorno. Una cattura accidentale, ovviamente; ma purtroppo fatale. Il tentativo di recupero dei sommozzatori dei Vigili del Fuoco è però fallito e l’animale, prima che fosse stato possibile recuperarne i campioni di tessuto, è finito in fondo al mare. Qui potete trovare altre foto

uno squalo a porto Venere

uno squalo a porto Venere

Una femmina molto, molto giovane di squalo elefante, lunga tre metri scarsi, si è impigliata questa notte in una rete nel Golfo di La Spezia. Quando è arrivato il pescatore, Maurizio Marasà, lo squalo purtroppo era già morto. La rete era regolare e per quanto triste sia la fine di questa piccola cetorina, il pescatore non ha alcuna colpa di questa cattura accidentale.
Grazie alla Capitaneria di Porto Venere, che si è subito attivata, un veterinario della ASL ha potuto raccogliere i campioni per le nostre analisi. La morte di un animale così piccolo è certamente un gran peccato; ma almeno attraverso queste indagini la sua morte potrà fornirci informazioni preziose sulla vita del pesce più grande del Mediterraneo, di cui sappiamo ancora poco o nulla. Come? Dal muscolo si analizzerà il DNA (con i colleghi dell’Università di Aberdeen erchiamo di capire se questi squali elefante entrino ed escano dal Mediterraneo oppure vivano e si accoppiano stabilmente da noi) e si cercherà di capire con l’Università di Siena se, anche da così piccolo, sia già stato contaminato dalla plastica che galleggia nel nostro mare. Dalla vertebra i ricercatori dell’ARPAT Toscana cercheranno di capire l’età anche se, a giudicare dalle dimensioni, questa era davvero una cuccioletta.
Vorremmo ringraziare, oltre al signor Marasà per la sua collaborazione, i nostri amici Leone Taddei, Marcello Bussotti e Ilaria Gonelli per averci informati e Alberto Bussolino, comandante di Locamare Porto Venere, e il com. Castioni di La Spezia per tutta l’assistenza sul luogo. Grazie anche ad Andrea Bonatti e Fabio Lungarini di Citta della Spezia Quotidiano, che ci hanno mandato le foto pubblicate qui accanto. Spezzini, occhi aperti… magari c’è qualche altro squaletto elefante in zona. Quando passa il temporale uscite a mare e se vedete una grande pinna …avvertiteci!

un piccoletto in meno, in mare :(

cetorino Santa Teresa 2014

cetorino Santa Teresa 2014

Attenzione attenzione attenzione… un piccoletto di squalo elefante è finito in una rete a Santa Teresa di Gallura. E’ la prima segnalazione dalla Sardegna, quest’anno, e che sia pure morto – tanto più che era veramente un cucciolo – ovviamente ci spiace molto. Ma questo vuol dire che forse qualche altro cetorino è ancora in zona. Quindi, chi è in Sardegna si guardi bene attorno, mi raccomando!
Grazie alla Guardia Costiera e ai nostri amici Steddu e Ulisse per averci avvertiti. Ci stiamo muovendo per recuperare i campioni e far sì che la morte di questo giovane individuo possa fornirci qualche notizia in più su una specie di cui sappiamo ancora pochissimo.

pattugliamento dall’aria e da terra…

Giornata perfetta per il volo sul mare. Delfini, tanti uccelli, pescherecci… Ma niente squali. I pescatori con cui ha parlato Simona confermano la presenza tre giorni fa di uno squalo, ma evidentemente si è già allontanato da qui. Grazie a Bruno, ex pilota militare, che mi ha portato in volo su queste magnifhce terre dall’Aviosuperficie Fondone (per gli interessati, su un P92) e a Ilario dell AMP Porto Cesareo che ha portato Simona in mare.

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primo giorno di pattugliamento

primo giorno di pattugliamento

Primo giorno “in caccia”, dal mare e dall’aria. Stamane con Graziano e il gommone dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo, con cui ci siamo spinti nella zona dove due giorni fa dei diportisti hanno segnalato alla Guardia Costiera la presenza di uno squalo elefante. Nulla, “solo” un gruppo di delfini, molti gabbiani, tanti pedagni di nasse e qualche cassetta di polistirolo alla deriva. Ma si è alzata un po’ d’aria, e questo rende il lavoro assai più complicato. Anche dei pescatori incrociati in mare ci dicono di non averne ancora visti, di squali elefante, ma ci confermano comunque che è da poco che le giornate sono migliorate.
L’alternativa è di cercarli dall’alto. I colleghi dell’Università del Salento ci hanno segnalato un buon pilota locale, Antonio Sergi, che però ci mostra la carta avio della zona, cesellata di zone offlimits a causa dei molti aeroporti militari. L’area che ci interessa di più – tra Gallipoli e Porto Cesareo – è interdetta ai piccoli aerei privati, a parte il w-e. Così ci consoliamo con un rapidissimo giro di saluto al sole insieme a Tommaso – che spettacolo vedere questa terra e questo mare dall’alto… siamo vicini a Santa Maria di Leuca, il confine d’Italia. Un’atmosfera magica. Domani di nuovo a mare.

Appuntamento in Puglia, sulla rotta degli squali elefante

20140318-234958.jpgUn sole spettacolare e una giornata di mare piatto, sia sull’Adriatico che nello Ionio: è cosi che ci ha accolto la Puglia in questa prima giornata di lavoro sulla rotta degli squali elefante.
L’incontro nel Museo del Mare, organizzato dall’Area Marina Protetta di Porto Cesareo, ci ha dato modo di riunire rappresentanti della Guardia Costiera, associazioni ambientaliste, pescatori e appassionati di mare che hanno voluto contribuire con le loro foto ed esperienze al nostro studio. In mostra anche alcune splendida immagini di Fausto Laneve scattate a Gallipoli lo scorso anno.
Dopo gli avvistamenti del 9 marzo (zona Manduria e Gallipoli) dei diportisti hanno segnalato alla Guardia Costiera di aver incrociato un cetorino 7 miglia al largo di Porto Cesareo: domani proveremo a uscire a mare. Vi teniamo informati!

Pugliesi occhi aperti, c’è uno squalo elefante nel vostro Golfo!!!

Pugliesi occhi aperti, c'è uno squalo elefante nel vostro Golfo!!!

L’hanno visto ieri, nella zona di Manduria. Quindi: occhi aperti e macchina foto pronta!
Tre avvistamenti di squalo elefante quest’anno, un po’ pochini… Tutti e tre dal Mar Ionio, anche se sgranati nel tempo.
Dopo un giro in Sardegna, la settimana prossima saremo giù in Puglia; martedì 18 nel pomeriggio (orari da confermare) nell’Area Marina di Porto Cesareo parleremo di questi animali. Speriamo di incontrarne uno in mare!

Anche nel Parco dell’Asinara si attende l’arrivo dei cetorini

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Concludiamo il giro di ricognizione nel nord sardegna con una sosta a Porto Torres. Nel 2005 e 2006 nel Golfo dell’Asinara “si camminava sul dorso degli squali elefante”, stando ai racconti dei pescatori. Quest’anno ancora nulla, ci han confermato stamane gli uomini del Parco nazionale dell’Asinara, nostro punto di riferimento in zona. L’attesa continua.

nessuna pinna in vista nel Nord Sardegna, secondo la Guardia Costiera.

nessuna pinna in vista nel Nord Sardegna, secondo la Guardia Costiera.

Oggi abbiamo chiuso il ciclo di incontri di aggiornamento con il Corpo della Guardia Costiera, alla Direzione Marittima di Olbia. C’erano gli uomini e donne delle Capitaneria di Porto di Olbia, Golfo Aranci, La Maddalena, Porto Torres e Alghero: esattmente le zone di passaggio dei cetorini.
Eppure nemmeno loro hanno ancora visto alcuna pinna, quest’anno: forse l’inverno così mite ha modificato le correnti, portando il plancton lontano dalle coste. Forse invece sono semplicemente in ritardo e compariranno solo fra qualche giorno… Chissà. Di certo, da domani avremo tante sentinelle in più in mare – e a giudicare dal loro entusiasmo, sono certa che non mancheremo di avere notizie al più presto. Grazie davvero, ragazzi!

da oggi abbiamo un nuovo alleato: la Marina Militare!

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Oggi, 3 marzo, la Giornata Mondiale della Vita Selvatica ha festeggiato l’entrata in vigore della CITES, la Convenzione internazionale sul commercio delle specie protette. L’abbiamo ricordata a La Maddalena nel corso di un incontro con il comandante della scuola sottufficiali della Marina Militare, Comandante Claudio Gabrini.
Perché a La Maddalena e perché la Marina? Perché quest’isola per l’Operazione Squalo Elefante ha un valore particolare, visto che è il cuore delle zone di passaggio del cetorino nelle sue migrazioni mediterranee, ed è qui che nel 2006 abbiamo marcato il primo- e finora unico- cetorino del Mediterraneo, una delle specie inserite nella convenzione CITES. Sull’isola la Marina Militare ha una scuola dove forma i marinai del futuro: i sottufficiali di Marina, gli uomini delle motovedette della Guardia Costiera ma anche i ragazzi delle scuole italiane che si sono distinti negli studi, cui viene insegnato ad andare per mare a vela.
L’incontro di oggi sancisce l’inizio di una nuova collaborazione che dimostra una volta di più come la nostra Marina non sia solo una forza armata, ma una presenza importante sui nostri mari capace di offrire, oltre a protezione e assistenza, un servizio di sorveglianza ambientale ed ecologica del nostro ambiente.
L’appoggio e l’interesse della Marina al nostro progetto si è tradotto in questo incontro in cui, con il Comandante e i suoi uomini – il direttore agli studi della scuola Domenico Usai, il direttore corsi speciali Mauro Coppadoro, il direttore corsi operatori Raffaele Bottone, il comandante della splendida nave a vela Caroly Marcello Losito, Lorenzo Bruni in rappresentanza delle Capitanerie di porto con l’addetto alle pubbliche informazioni Salvatore Lauricella – abbiamo esplorato le possibilità di inserire nelle operazioni in mare e nelle attività formative l’argomento squali elefante. Una grande opportunità per il nostro progetto, che così vede infittirsi la rete di ‘sentinelle ambientali’, ma anche un argomento interessante per le nuove leve, e di stimolo per l’approfondimento delle conoscenze sull’ambiente marino.
Un percorso già avviato con gli uomini della Guardia Costiera, che domani incontreremo alla Direzione marittima di Olbia.

rilascio di un cuccioletto a Le Castella!

rilascio di un cuccioletto a Le Castella!

Leggete questa bella storia che ci ha raccontato Antonio Astorino: un piccoletto di squalo elefante – poco più di un paio di metri – finito nelle reti e subito liberato al largo dell’AMP di Le Castella, in Calabria.
Una bella impresa che ha coinvolto pescatori, apneisti e biologi, tutti uniti per liberare in mare il piccolo cetorino e dare così un futuro a una specie a rischio estinzione.
Complimenti, ragazzi! 🙂
Leggete qui tutta la storia, con delle bellissime foto.

squali e microplastiche: il lavoro scientifico

frammenti di plastica come questi vengono inghiottiti dagli squali elefante con conseguenze ancora poco note... ma certo non buone!

frammenti di plastica come questi vengono inghiottiti dagli squali elefante con conseguenze ancora poco note… ma certo non buone!

La rivista scientifica internzionale Marine Environmental Research ha accettato il lavoro realizzato assieme all’Università di Siena sulla presenza di microplastiche negli squali elefante. Lo trovate qui: http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0141113614000373

squaletto elefante spiaggiato in America

squaletto elefante spiaggiato in America

Magrolina, con lo stomaco vuoto e senza ferite o abrasioni causate dalle reti: un cucciolo femmina di squalo elefante è finito così, moribondo sulla spiagga di Martha’s Vineyard dove è poi morto. Un ritrovamento insolito in questa stagione perché le acque del New England in inverno son troppo fredde: come ricordava Gregory Skomal, un biologo locale e che ha studiato in passato questa specie, in questa zona i cetorini arrivano solitamente a maggio e ripartono a settembre.
L’articolo originario lo trovate qui: http://tinyurl.com/ohq3hlx

lezione squali in Capitaneria, a Napoli

lezione squali in Capitaneria, a Napoli

Continua la serie di “incontri squali” nelle sedi della Guardia Costiera di tutt’Italia.
Nei giorni scorsi siamo stati a Napoli, dove sono intervenuti una trentina di uomini e donne delle sedi campane. Abbiamo raccolto le loro esperienze – alcuni di loro erano intervenuti proprio in occasione dello sbarco dello squalo elefante di Torre del Greco, altri si immergono spesso sul Banco di Santa Croce, dove ormai passiamo molto tempo nel nostro altro progetto sui gattucci maggiori (http://www.uovodigattuccio.it).
A loro abbiamo presentato sia i nostri progetti che le nuove regolamentazioni europee sulla pesca. E ora, abbiamo un sacco di nuovi avvistatori per mare, che ci potranno avvertire se gli squali elefante si avvicineranno lungo le coste campane!

uno squalo in freezer

Recuperati i campioni del piccolo e sfortunato squalo elefante finito accidentalmente nelle reti a Torre del Greco un paio d’anni fa.
Grazie ai colleghi della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, che andarono sul posto a recuperare la testa dell’animale (e ce l’hanno conservata per tutto questo tempo nel freezer!) i suoi tessuti saranno presto studiati dai genetisti e tossicologi che collaborano all’Operazione Squalo Elefante contrinuendo a svelare altri piccoli particolari della vita di questi animali misteriosi.
Grazie a Gianluca Tregli e ad Andrea Travaglini, del Gruppo Acquariologia della Stazione Zoologica. E se passate per Napoli, mi raccomando, non perdete la visita all’Acquario!
L’Operazione Squalo Elefante è un progetto condotto con il supporto della Fondazione Principe Alberto II di Monaco.

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Si parla di squali elefante sull’arca di Noè (Canale 5)

Non solo cani e gatti sul seguitissimo programma sugli animali di Canale 5, l’Arca di Noè: ieri, domenica, è andata in onda una nostra intervista sugli squali elefante e sulle insidie che li attendono nei nostri mari. Se vlete vederla la trovate qui circa al secondo minuto:
puntata del 10 novembre di l’Arca di Noè

cetorini in Puglia: ora lo sa tutto il mondo

cetorini in Puglia: ora lo sa tutto il mondo

Cetorini in Puglia: ora lo sanno gli squalologi di tutto il mondo! Al meeting della European Elasmobranch Assotiation, Plymouth 2013, abbiamo presentato il riassunto delle nostre interviste in cui si vede come la Puglia, ma soprattutto la zona fra Gallipoli e Porto Cesareo è un “hotspot” stagionale degli squali elefante!. Grazie a tutti voi che ci avete aiutato a scoprirlo…

il principe… quello vero

Il principe Alberto di Monaco è, come suo nonno di cui porta il nome, un grande appassionato di mare e di natura. Oggi il principe era a Siena per una conferenza e abbiamo potuto scambiare due chiacchiere veloci per ringraziarlo del supporto che la sua Fondazione, da due anni, sta dando al nostro studio sullo squalo elefante.
Dalle chiacchiere principesce …alla pizza in autogrill: son rapidamente ritornata alla realta’!

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squalo elefante al mercato. CSI in azione….

Squalo elefante pescato in Adriatico. Sicuro che è stata una cattura accidentale ma l’hanno mandato al mercato…. dov’è stato sequestrato. E i pescatori verranno credo denunciati penalmente, perché è specie protetta.
Siamo riuscite comunque – andando ai mercati generali di notte!! – a recuperare campioni di tessuto per i nostri studi. Almeno quello!

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un apericena con gli squali… a Parma!

1010261_257520017706611_113819894_nAnche Parma non è forse il primo posto che venga in mente quando si pensa agli squali. Eppure è terra di grandi appassionati di mare: come i soci dello Yacht Club Parma che hanno organizzato, per l’evento di chiusura della stagione, una conferenza sul tema squali al Fidenza Village.

Qui una carrellata di foto di una bellissima serata, che Radio Montecarlo ha anticipato: ascolta l’intervista!

in Puglia a caccia di squali elefante

1013448_10151700461814301_1479335382_n1000 km in 4gg e 80 interviste a pescatori e pescivendoli, ufficiali e nostromi, universitari e ambientalisti, subacquei e velisti, veterinari e museanti, ragazzi e vecchietti….  La comunità scientifica internazionale sentirà presto parlare di questa regione: qui gli squali elefante hanno una storia molto interessante!

Grazie a Ferdinando Boero e Antonio Terlizzi dell’Università del Salento, ai ragazzi della Guardia Costiera di Otranto e Gallipoli, dell AMP di Porto Cesareo, al direttore del Quotidiano, a Nicola, Armando, Mirco, Marcello, Ines, Maurizio e Marcello2 per averci aiutate a seguire la rotta dei cetorini in Puglia!

foto antiche, che passione

297498_10151664393819301_2100173813_nNon sai mai da dove spunterà il prossimo indizio sugli spostamenti dei misteriosi squali elefante. Questo era appeso in un ristorante di St Tropez: un animale decisamente giovanissimo, incappato nelle reti nel …1940! Occhi aperti, insomma, mi raccomando: e se vedete qualcosa di simile fatecelo sapere!!

12.000 pezzetti di plastica al giorno: la dieta (involontaria) di un cetorino nel santuario Pelagos

20130605-164430.jpgSiena non è forse il primo posto che viene in mente pensando a squali, balene e tartarughe marine. Eppure è proprio qui, in un seminario organizzato dall’Università di Siena, che oggi e domani il mondo scientifico internazionale sta facendo il punto su quali effetti l’inquinamento, in tutte le sue forme, ha sugli animali marini. Alcune notizie fanno rabbrividire.
Francois Galgani ci ha informati di un discutibile primato del nostro mare: la concentrazione di microplastiche (cioè la plastica sbriciolata dall’azione del tempo e degli elementi) in Mediterraneo Occidentale è la più alta al mondo. Maggiore persino a quella delle tanto conosciuta “isola di plastica” del Pacifico (che poi isola non è, ma questo è un altro discorso).
Cristina Fossi dell’Università di Siena ha messo sotto osservazione i due animali più grandi del nostro mare – balenottere e gli squali elefante- per capire se i microscopici frammenti di plastica possano essere un problema per queste specie. La risposta, ovviamente, è si: nei tessuti di entrambe son state trovate tracce di ftalati, composti derivati dalla plastica. Anche perché una balenottera può inghiottire 70,000 litri di acqua in una boccata sola, e lo squalo elefante quando mangia filtra 800.000 litri di acqua in un’ora. Facendo un rapido calcolo, considerando le concentrazioni di microplastiche del Mediterraneo Occidentale… un cetorino può teoricamente inghiottire fino a 12.000 pezzetti di plastica al giorno!!!!
964624_442814742481359_1470548738_oQueste informazioni fanno rabbrividire ma sono importantissime per capire – e auspicabilmente limitare – le minacce a queste specie a rischio estinzione e sono il risultato di una collaborazione dell’Università di Siena con l’Operazione Squalo Elefante, progetto di MedSharks con il supporto del CTS e della Fondazione Principe Alberto II di Monaco.

A scuola di squali!

M20130514-130423.jpgattinata insolita per 300 bimbi delle scuole elementari di Porto Torres che, grazie alla collaborazione stretta fra l’Operazione Squalo Elefante e il Parco Nazionale dell’Asinara, hanno potuto scoprire …cosa fanno gli squali tutto il giorno sott’acqua!
Sensibilizzare le giovani generazioni, soprattutto nelle zone frequentate dai cetorini, è una delle attività principali (e di maggior soddisfazione!) di questo progetto di ricerca ed educazione portato avanti da MedSharks con Cts e il supporto prezioso della Fondazione Principe Alberti Ii di Monaco.

l’Ansa parla di noi: Tracce plastica in muscoli squalo elefante. Presentazione a Berlino della scoperta

con l’unica correzione e non di poco conto: l’Università di Siena non ha solo collaborato, ha proprio fatto le analisi!!

Leggi online qui

Tracce plastica in muscoli squalo elefante
Ingerita insieme al plancton, da’ possibili conseguenze ormonali
10 aprile, 20:18 – ROMA – Nei muscoli dello squalo elefante, il pesce piu’ grande del Mediterraneo, sono state trovate tracce di plastica. Lo ha scoperto lo studio Ose (Operazione squalo elefante) presentato oggi a Berlino durante la Conferenza sui rifiuti marini organizzata dalla Commissione Europea insieme al ministero tedesco dell’Ambiente.

La ricerca – condotta dall’associazione MedSharks e dal Settore conservazione natura di CTS con il sostegno della Fondazione Principe Alberto II di Monaco e a cui ha collaborato l’universita’ di Siena – ha scoperto ”la presenza di tracce di ftalati, che non si trovano in natura ma sono additivi aggiunti alla plastica per renderla malleabile, nei muscoli dello squalo elefante”, spiega all’ANSA la coordinatrice del progetto, Eleonora de Sabata. ”Cio’ significa che gli squali elefante, gli unici squali insieme a quelli balena a nutrirsi di plancton, hanno mangiato la plastica che galleggia in mare e l’hanno anche assimilata”.

Le conseguenze dell’assimilazione della plastica non sono al momento note, afferma de Sabata, ”ma sappiamo che gli ftalati hanno la potenzialita’ di modificare il sistema endocrino, quindi la produzione degli ormoni”.

”E’ la prima volta al mondo che questi composti vengono scoperti nelle carni di animali cosi’ grandi”, prosegue la coordinatrice dello studio, mentre invece sono stati gia’ individuati in pesci piu’ piccoli, ”ad esempio sgombri, sardine e gamberi”. Per sapere l’assimilazione della plastica si e’ verificata in altre specie di squalo, che si nutrono di pesci e altri animali marini, ”serviranno altre ricerche”.

domani si parte per Berlino – congresso sui rifiuti marini. Quelli che avvelenano i nostri squali elefante

domani si parte per Berilno - congresso sui rifiuti marini. Quelli che avvelenano i nostri squali elefante

Mercoledì e per tre giorni si discuterà di plastica e rifiuti in mare a Berlino, una conferenza organizzata dalla Commissione Europea. Noi presenteremo un poster – questo qui fresco di stampa! – sulla presenza di prodotti della plastica nel muscolo degli squali elefante mediterranei, una scoperta fatta con il team di Cristina Fossi dell’Università di Siena.
l’Operazione Squalo Elefante è un progetto condotto da MedSharks con CTS e la Fondazione Principe Alberto II di Monaco e l’Associazione Italiana Fondazione Principe Alberto II di Monaco ONLUS.

Dopo 300 miglia tra mare e cielo, e 630 km in macchina…

  • Dopo 300 miglia per mare (grazie alla Guardia Costiera e Tore Vitale) e per aria (grazie a Salvatore Biddau dell’Aviosuperficie San Teodoro) senza avvistare una pinna;
  • dopo aver parlato con decine fra pescatori, diportisti, subacquei e velisti – nessuno dei quali ha più visto nulla;
  • ma soprattutto dopo aver letto il meteo – ed essersi beccati il diluvio universale, seguito da una botta di vento mica da ridere – la decisione è stata facile: si rientra alla base.

La stagione dei cetorini però non è ancora finita (speriamo), rimaniamo quindi in stand-by pronte a partire ovunque venissero segnalati: di nuovo in Sardegna? In Puglia? Siam pronte! Intanto, ora che ho una connessione veloce metterò in linea qualche video.

Un grazie speciale a Patrizia Medda e Maura Luzzi del Centro Sub Portorotondo le nostre prime supporter, in tutti i sensi!! 😉

Dai giganti ai nanetti

20130325-224635.jpgIn mancanza di squali elefante ci concentriamo sui miliardi di esserini che riempiono il mare di primavera: il plancton. Venerdì, guardando il mare così scuro, abbiam pensato di raccogliere un po’ di quegli animaletti e vedere se e in quale modo la loro presenza possa essere legata ai cetorini.
Grazie all’Area Marina Protetta di Tavolara oggi abbiamo potuto finalmente guardarli attraverso le lenti di un microscopio e apprezzare la complessità di questi esseri lunghi meno di un millimetro.
Non sono loro il cibo degli squali elefante, ma forse sono la preda dei gamberini che formano probabilmente la loro dieta. Domani tenteremo di identificarli meglio.

In volo per 250 km… niente pinne (ma una costa magnifica, anche sotto la pioggia)

906337_10151518455034301_1321814537_oAlla fine abbiamo volato! Da Mortorio a Cala Luna abbiamo pattugliato i posti preferiti degli squali elefante – gli hotspot tradizionali e quelli dove son stati visti negli ultimi giorni.
Il tempo era orrendo, ma il mare buono. Da lassù li vedeva se non tutto, tanto: anche due tursiopi che per un attimo ci hanno fatto sperare nel colpaccio. Niente squali.
In effetti gli avvistamenti quest’anno in Sardegna sono ancora pochi (solo tre in tutto, a Mortorio e a Capo Figari). Son già andati via? Sono ancora qui in giro? Son passati lontano perché questa strana primavera che stenta a entrare ha condizionato l’andamento delle correnti? Boh!
In ogni caso, volare sul mare e lungo questa costa è sempre un’esperienza fantastica. Che lavoro meraviglioso!
Vi ricordo che l’Operazione Squalo Elefante è condotta da MedSharks con CTS e la Fondazione Principe Alberto II di Monaco.

news dalla Sardegna

squalo avvistato a Mortoriotto

lo squalo avvistato a Mortoriotto

Sono comparsi all’improvviso tra Porto Rotondo e Olbia, ma dopo la maestralata di mercoledì sembra si siano allontanati.

Giovedì una giornata perfetta: mare piatto, pochissimo vento, ottima visibilità. Abbiamo battuto tutta la zona con la motovedetta della Guardia Costiera di Olbia e poi in gommone con Tore Vitale, uno dei maggiori conoscitori di questa zona – 70 miglia in tutto tra Mortorio e Molarotto ma, a parte qualche delfino, berte, gabbiani e meduse… nessuna pinna. L’acqua è scura e c’è moltissimo plancton in sospensione: esserini minuscoli che abbiamo raccolto col retino ma troppo piccoli per riconoscerli a occhio nudo. Sarà questo il cibo che ha attirato nei giorni scorsi gli squali in questa zona? Domani, lunedì, faremo un salto all’Area Marina Protetta di Tavolara e Capo Coda Cavallo per capire al microscopio di cosa si tratti.

La situazione lungo tutta la costa nororientale sarda è ugualmente tranquilla: da Arbatax e l’Asinara nessuna delle nostre sentinelle segnala squali e nemmeno a Cala Gonone –  normalmente un hotspot di squali e balene – hanno ancora visto arrivare una pinna.

Oggi abbiamo in programma un volo per pattuliare il mare dall’alto ma, come in tutta Italia, piove. Aspettiamo una schiarita e poi si andrà.

Per il momento, grazie ancora alla Guardia Costiera per il supporto prezioso qui a Olbia, e in particolare ad Alberto Comuzzi, Paolo Magistri, Gianfranco Venezia, Piero Massone e il loro comandante Martello.

L’Operazione Squalo Elefante è condotta da MedSharks con il supporto del CTS e della Fondazione Principe Alberto II di Monaco e della  Associazione Italiana Fondazione Principe Alberto II di Monaco ONLUS

domani parte la caccia allo squalo!

sardegnaDopo i 30 nodi di oggi, domani in Sardegna c’è una finestra di bel tempo, poco vento e mare piatto. Non durerà a lungo: sabato il vento gira e rinforza un po’, domenica ricala ma dovrebbe diluviare…

Insomma il tempo non è certamente il massimo ma siccome gli squali elefante continuano a gironzolare attorno a Capo Figari (il bravo Adriano Meloni ieri ne ha rivisto uno), dobbiamo tentare la sorte. Stasera traghetto e domani grazie all’appoggio della Capitaneria di Porto di Olbia saremo in mare.  Tocca “solo” trovare uno squalo e poi gli faremo la carta d’identità fotografica e genetica, un rapido check-up per poi marcarlo e seguirlo così nei suoi spostamenti.

Come?

Gli fotograferemo la pinna dorsale (sperando abbia una forma un po’ strana o qualche taglio o cicatrice che lo renda riconoscibile); gli faremo un grattino sulla schiena per raccogliere un po’ di muco per estrarne il DNA; un piccolo prelievo di tessuto e infine cercheremo di marcarlo con un tag satellitare per scoprire dove se ne va una volta lasciata la Costa Smeralda.

Facile no?

Insomma…

Lo squalo elefante, vi ricordiamo, è uno squalo giganteco e sdentato che mangia solo plancton. La nostra ricerca è portata avanti da MedSharks e CTS con il prezioso supporto della Fondazione Principe Alberto II di Monaco e della Associazione Italiana Fondazione Principe Alberto II di Monaco ONLUS.

OK ci siamo: cetorini in Sardegna!

Ben due segnalazioni diverse, oggi, di uno stesso animale che è rimasto per ore a gironzolare a Capo Figari. Siamo in attesa delle foto, ma nel frattempo abbiamo già allertato il mondo – Capitanerie, sub, velisti, pescatori professionisti della zona…. E ovviamente anche gli amici che ci seguono su Facebook (che aggiorniamo con molta più facilità, quindi chiedeteci l’amicizia!)

A tutti chiediamo di tenere gli occhi aperti: se ce n’è uno ce ne saranno anche altri. Vi ricordo che è importante fotografare la pinna dorsale, che ci può permettere di riconoscere i vari individui. 

PS – C’è bisogno di dire che tre giorni fa eravamo proprio lì????? sgrunt

PPS – per chi non ci seguisse… lo squalo elefante è grande e grosso ma innocuo, si ciba solo di gamberetti! Ed è una specie protetta e a rischio d’estinzione, quindi mi raccomando se lo incontrate a mare fate attenzione a non stressarlo.

i telespettatori e gli squali elefante

Erano passati pochi minuti dalla fine dell’intervista di ieri su Geo&Geo (che potete rivedere qui) che già sono iniziate ad arrivare le prime segnalazioni: Lucia ci ha raccontato di un incontro nell’estate del 2011 al largo di Montecristo: “aveva un movimento molto lento e ho visto  chiaramente la forma sommersa: essendoci mare piatto, ho continuato ad osservarlo per lungo tempo con il binocolo mentre ci allontanavamo. Mi sono chiesta più volte che animale fosse! Pensavo una balena addormentata, visto il movimento lentissimo, ma oggi pomeriggio grazie alle immagini in TV l’ho riconosciuto!

Debora ci segnala uno squalo elefante catturato al largo di Continua a leggere

per rivedere l’intervista su Geo&Geo…

OSE Geo2013_1 Bella e lunga intervista ieri su Rai3 a Geo&Geo, il programma condotto da Sveva Sagramola. Per chi volesse rivederla, per una settimana è attivo il link di Ray Replay –  andate direttamente al minuto 25′ e qualche secondo.

L’Operazione Squalo Elefante è un progetto di MedSharks con la collaborazione del CTS e della Fondazione Principe Alberto II di Monaco e l’Associazione Italiana della Fondazione Principe Alberto II di Monaco ONLUS

Operazione Squalo Elefante oggi in TV a Geo&Geo (Rai3, h18)

20130304-201107.jpgNon perdete la nostra intervista a Geo&Geo oggi (Rai3, circa le 18): mostreremo gli spettacolari video degli squali elefante mentre si nutrono, il prelievo dei campioni dell’esemplare spiaggiato a Mola e anche la storia a lieto fine del cetorino di Porto Cesareo, catturato l’altro ieri mattina e subito liberato dai pescatori locali. Seguendo questo link potrete vedere la diretta su internet.

L’Operazione Squalo Elefante è un progetto MedSharks condotto con il CTS e la Fondazione Principe Alberto II di Monaco e l’Associazione Italiana Fondazione Principe Alberto II di Monaco ONLUS.

cetorino catturato e liberato dai pescatori di Porto Cesareo!

squalo elefante pescato e liberato a Porto Cesareo (Lecce)

squalo elefante pescato e liberato a Porto Cesareo (Lecce)

Una bella storia a lieto fine, quella del piccolo squalo elefante finito nella rete dei pescatori di Porto Cesareo sabato mattina. Impigliato per la coda, lo squalo era ancora vivo quando la rete è stata salpata. Con pazienza e gran lavoro, i pescatori son riusciti a liberarlo e a salutarlo quando, con un una scodata, ha riguadagnato il largo. Lasciandoci un regalo: il muco che riveste lo squalo è stato infatti raccolto e conservato e dovrebbe essere sufficiente per analizzarne il DNA secondo una tecnica pionieristica sviluppata da Les Noble (dell’Università di Aberdeen con cui collaboriamo) mai finora sperimentata in Mediterraneo.

I protagonisti dell’impresa sono i pescatori Cooperativa Pescatori dello Jonio, i tecnici e collaboratori dell’Università del Salento e veterinari ASL Lecce: l’animale infatti si è impigliato in una pescata del progetto S.A.M.P.E.I., un progetto pilota per il miglioramento della selettività degli attrezzi da posta all’interno dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo, per la riduzione delle catture accessorie e dei rigetti in mare.

Cosa significa? Che nell’AMP i pescatori – coordinati da Antonio Terlizzi dell’Università del Salento e con la collaborazione di Sergio Fai dell’AMP di Porto Cesareo e Pierpaolo Patarnello dell’ASL2 di Lecce – utilizzano una rete a maglie più larghe rispetto a quelle stabilite dalla legge (avete letto bene: più larghe), così da prendere prede più grandi e lasciare quelle piccole a crescere e riprodursi, oltre a ridurre le catture accessorie (ovvio che lo squalo elefante è fuori scala!!!). Bravissimi tutti e complimenti! Leggete il commento del prof Ferdinando Boero sul Quotidiano di Puglia

L’invito pressante è: OCCHI APERTI IN PUGLIA: gli squali sono in zona. Se li vedete, informateci SUBITO mandandoci una mail a info @ squalo elefante.it oppure segnalandolo alla Guardia Costiera locale. Mi raccomando, ogni avvistamento è prezioso!

Se poi avete delle foto anche vecchie di avvistamenti e catture… a noi interessano moltissimo, perché anche dai vecchi dati si può imparare moltissimo. Grazie in anticipo per il vostro aiuto!

Bari, lezione di squali

Una gran bella giornata a parlare di cetacei, tartarughe e squali elefante – la seconda, dopo quella di mercoledì cui ha partecipato Simona -un corso molto pratico per gli uomini della Guardia Costiera e dei veterinari di tutta Puglia organizzato dal comando di Bari in collaborazione con Nicola Zizzo dell’Università di Bari e Vincenzo Prunella dello Jonian Dolphin Conservation.
Come riconoscere una balena da un capodoglio? Una stenella da un delfino comune? Un grampo da un globicefalo? E perché ci interessa? Cosa fare quando si trova una tartaruga spiaggiata?
E, ovviamente… cosa fare quando si incontra uno squalo elefante? Probabilità tutt altro che remota, dato che gli ultimi 5 avvistamenti sono avvenuti proprio qui in Adriatico, di cui tre in Puglia. Tre, perché Nicola, che è un veterinario, è certo che il cetorino spiaggiato a Mola di Bari che Simona ha sezionato non sia lo stesso pescato una decina di giorni prima dai pescatori, e poi rilasciato. Ce lo spiegherà lui stesso in un prossimo post.
Per ora vorremmo ringraziare l’ammiraglio Di Tullio, il comandante Tommaso Gismondi e Tommaso Capodiferro, i “padroni di casa”, per averci dato l’opportunità di “arruolare” così tante persone nell’Operazione Squalo Elefante. Per noi la Puglia sta diventando davvero importante, soprattutto in questa stagione, e sapere di poter contare su una rete di informatori che copre capillarmente una regione cosi’ estesa è fondamentale.
Ma c’è una cosa che mi ha davvero colpito: la curiosità sincera e l’interesse di tutti questi uomini e donne che per lavoro – ma evidentemente anche per passione – vivono a contatto col mare. Fa proprio piacere sentire questo entusiasmo. Contiamo su di voi, ragazzi! E grazie dei messaggi sul nostro profilo Facebook: scriveteci anche li!

squalo elefante cucciolo a Taranto

20130212_taranto1Ve l’avevamo detto: è l’anno dell’Adriatico! Dopo lo sfortunato squalo spiaggiato pochi giorni fa a Mola di Bari (guarda qui qualche foto dell’intervento), un piccolo squalo elefante è stato avvistato a Taranto da un diportista (qui la galleria di foto pubblicata su Repubblica).

Mi raccomando per chi fosse in zona: occhio alla pinna! Se incontrate uno squalo elefante fotografategli la pinna dorsale così lo “schediamo”.
E ovviamente… fatecelo sapere di corsa!! Mandatci una mail a info (chiocciola) squaloelefante.it

Lo squalo elefante può raggiungere i 9 metri di lunghezza ma è assolutamente innocuo perchè si ciba di plancton.E’ una specie protetta e a rischio di estinzione. Per saperne di più leggi questi articoli sul nostro sito.

L’Operazione Squalo Elefante è condotta da MedSharks con il supporto di CTS e della Fondazione Principe Alberto II di Monaco e della Associazione Italiana della Fondazione Principe Alberto II di Monaco ONLUS.

 

“Operazione Squalo Elefante”: la Regione Sardegna risponde all’appello

“Il Servizio Tutela della Natura dell’Assessorato della difesa dell’ambiente della Regione Sardegna promuove la diffusione della conoscenza dello squalo più grande del Mediterraneo, lo squalo elefante (Cetorhinus maximus) e, per sensibilizzare sui rischi che questo selaceo corre, risponde all’appello di MedSharks, associazione impegnata da oltre dieci anni nello studio degli squali del Mediterraneo che dal 2005 con l’”Operazione Squalo Elefante” raccoglie segnalazioni di avvistamenti e catture di questi squali migratori” : continua a leggere l’articolo sul sito della Regione, ci sono anche delle straordinarie foto storiche!

CSI-Siena

I campioni dello squalo elefante spiaggiato a Mola di Bari sono finalmente arrivati nei congelatori dell’Università di Siena, dove vivranno una loro seconda vita grazie ai ricercatori che indagheranno sullo stato di salute dello squalo al momento della morte.

Operazione Squalo Elefante a Mola di Bari, in Puglia a raccogliere campioni dal cetorino spiaggiato

Operazione Squalo Elefante a Mola di Bari, in Puglia a raccogliere campioni dal cetorino spiaggiato

Matteo Baini è nell’équipe di Maria Cristina Fossi che recentemente, e per la prima volta al mondo, ha scoperto gli effetti delle microplastiche sulle balenottere (leggi qui). Matteo ci spiega cosa ne faranno: Continua a leggere

squalo elefante a Fiume, in Croazia!

Una storia a lieto fine per un cetorino di sette metri finito nelle reti, liberato e “rianimato” grazie all’impegno di pescatori, cittadini comuni e un vigile del fuoco. La storia la racconta il quotidiano triestino il Piccolo, segnalato Milena Tempesta della Riserva di Miramare, e che riportiamo qui sotto.

Una nota: tutti e tre gli ultimi avvistamenti di cetorini in Italia provengono dall’Adriatico. Che si stia per ripetere la famosa annata 2001, in cui furono una cinquantina gli avvistamenti/segnalazioni? Ricordi di quell’annata sul nostro Osservatorio Mediterraneo, il progetto di citizen science che portiamo avanti dal 1998, col commento di Simona che a quei tempi lavorava per l’ICRAM; qui invece il poster presentato al congresso dell’EEA).

Occhi aperti, mi raccomando, per chi va a mare da quelle parti. Fateci sapere! Continua a leggere

CSI sulla scogliera di Mola

20130131-123815.jpg Un ragazzino di sei metri: era solo un adolescente lo squalo elefante che si è spiaggiato un paio di giorni fa sulla costa di Mola di Bari. Probabilmente lo stesso pescato accidentalmente dal peschereccio Mimma Francesca il 18 gennaio un paio di miglia più fuori, e poi rilasciato in mare ancora vivo. Purtroppo non è riuscito a riprendersi. La morte di un esemplare giovane di una specie a rischio estinzione è certo un peccato. Per la scienza però questa morte è una grnade occasione per imparare qualcosa della biologia di questa specie, tanto grande quanto ancora misteriosa.
Per questo ieri, dopo un rapido giro di telefonate con la Capitaneria di Porto locale, ci siamo precipitate qui a Bari, con a “lista della spesa” dei colleghi di molte università: chi voleva la carne per le analisi tossicologiche, chi per il DNA, chi il fegato, lo stomaco, le vertebre…
Con un coltellaccio da macellaio, Simona ha preso campioni per tutti, compresa la grande vertebra centrale: contando gli anelli, come nei tronchi degli alberi, si dovrebbe capire l’età. Difficilie dirlo per ora con precisione: a spanne, però, vista la lunghezza (sei metri) che corrisponde a un individuo non ancora maturo, non aveva ancora 12-15 anni.
Aggiornamenti più avanti, intanto vi mettiamo qualche foto.
Grazie ancora alla Capitaneria di Porto per l’assistenza, sopratutto ad Alessandro D’Erchia, comandante della capitaneria di Mola di Bari, con i sottocapi Francesco Guardino e Francesco Romanazzi.

cetorino spiaggiato a Mola di Bari

Siamo per strada verso Mola di Bari, dove ieri mattina si è spiaggiato uno squalo elefante come riporta il quotidiano locale Fax online.it.
Non sarà un’operazione piacevolissima raccogliere i campioni, visto che pare sia morto da molto tempo, ma pazienza! Abbiamo raccolto le richieste dei colleghi di vari istituti, interessati chi alle vertebre, chi al muscolo, chi al contenuto dello stomaco e persino…. alle feci!!
Domani vi racconteremo. Per il momento, grazie alla Guardia Costiera per la collaborazione!

le anteprime “mondiali”…

Non perdete l’incontro di domani sera, mercoledì 21 alle 21, all’acquario di Milano. Vi racconteremo in anteprima ciò che due giorni dopo racconteremo ai ricercatori europei (e non solo) sui nostri squali elefante.I risultati principali giungono dalle collaborazioni che l’Operazione Squalo Elefante sta intrecciando con le eccellenze scientifiche italiane per risolvere il rebus di come lo squalo più grande del Mediterraneo sia ancora quasi totalemnte un mistero.

– Vi parleremo ad esempio degli squali …di plastica che l’umanità sta reando: ogni volta che lo squalo elefante apre la bocca per mangiare inghiotte, assieme al plancton, anche piccole particelle di plastica.  L’équipe dell’Università di Siena che ha analizzato i nostri campioni, ha evidenziato per la prima volta al mondo nel muscolo degli squali la presenza di ftalati, le sostanze chimiche utilizzate per ammorbidire la plastica e che, se ingerite, alterano gli ormoni sessuali.

– E ancora per la prima volta in Mediterraneo stiamo cercando in collaborazione con il CNR di Oristano di comprendere – attraverso carte satellitari, temperatura dell’acqua e la presenza del plancton o i canyon sottomarini – cosa attragga gli squali in Sardegna, d’inverno il “punto d’incontro” invernale degli squali elefante in Mediterraneo. Le immagini  satellitari che vi mostreremo sono bellissime!!!

E poi vi racconteremo una bella ricerca che MedSharks sta portando avanti sul gattopardo, uno squaletto tipico dei nostri mari e quasi a rischio estinzione, le cui grandi uova bianche si possono vedere in immersione in molti luoghi italiani. Non moltissimi, però: e poiché la scienza non sa quasi nulla, di questo squalo, i subacquei sono stati chiamati a creare, con le loro segnalazioni, una mappa delle zone di riproduzione. In anteprima vi sveleremo quali sono… però dovete venire alla conferenza!

Vi aspettiamo, allora: Acquario Civico di Milano, viale Gadio 2, alle 21. La serata è organizzata dall’Acquario Civico di Milano, Verdeacqua e l’Istituto per gli Studi sul Mare.

appuntamento mercoledì 21 all’Acquario Civico di Milano

Mercoledi 21 alle 21 all’Acquario Civico di Milano  racconteremo in anteprima le novita’  e le scoperte dell’Operazione Squalo Elefante,  che saranno poi presentate al mondo scientifico due giorni dopo al congresso degli ‘squalologi europei’. Parleremo anche di un altro progetto di MedSharks: “hai visto un uovo di gattuccio?”, che traccia assieme ai subacquei una mappa delle zone di riproduzione dei gattucci maggiori o gattopardi.

La conferenza è aperta al pubblico, vi aspettiamo!

L‘Operazione Squalo Elefante è la prima ricerca “sul campo” su questo grande animale. Iniziata nel 2005 da MedSharks, è ora condotta da MedSharks e CTS con il supporto della Associazione Italiana della Fondation Prince Albert II de Monaco onlus

Hai visto un uovo di Gattuccio? è un progetto MedSharks con il supporto della Save Our Seas Foundation e di ADISUB

Mille chilometri, sei giorni, oltre 100 persone incontrate!

Fantastico giro di “pasturazione” in giro per la Sardegna, con l’obiettivo di raccogliere info e avere molti occhi aperti in più in mare per segnalarci l’arrivo degli squali elefante (che attendiamo per gennaio-febbraio… sempre che questa infinita estate non ci riservi qualche sorpresa!)

Da Cagliari a Olbia – passando per Sant’Antioco, Oristano, Alghero, Porto Torres, Santa Teresa, La Maddalena e Golfo Aranci – abbiamo parlato con rappresentanti della Regione, delle Capitanerie, della Forestale, delle adei Parchi e delle Aree Marine Protette, con diving, pescatori, cooperative di pescatori e pescherie, e poi oceanografi, biologi, naturalisti,  pescherie, centri immersione, piloti di aerei da turismo, comandanti di traghetti, centri immersione e veterinari… mi sembra di non aver dimenticato nessuno! E  raccolto una quantità di informazioni sia sugli squali elefante che su altre specie –  bianchi, mako,capopiatto e persino  la cattura e rilascio di uno squadro, lo squalo angelo, che nei fondali italiani è ormai praticamente scomparso!

Mettere assieme le singole informazioni vuol dire creare un quadro generale grazie al quale cercar di capire da dove vengono questi squali, dove vanno quando lasciano l’isola e soprattutto perché sono così innamorati della Sardegna da farne una tappa annuale nelle loro migrazioni.

Grazie a tutti quanti ci hanno aiutato in questa trasferta ascoltando, raccontando la propria esperienza e presentandoci altre persone interessate.  E grazie all’Associazione Italiana della Fondazione Principe Alberto II di Monaco ONLUS che sostiene questo studio!

our new exciting research!

MedSharks – the Italian research and conservation association – is getting ready for the European Elasmobranch Association meeting in Milan in november with exciting updates on its work on Mediterranean basking sharks: we’ve involved oceanographers and even the Navy to learn why baskers like some specific spots in Sardinia (the big island in the middle of the Med which we discovered is a seasonal stop-over in their migrations). We also tried to assess the impact of pollution (really exciting and worrying news). This project, called Operazione Squalo Elefante, is supported by the Italian branch of the Fondation Prince Albert II de Monaco.

We’re also presenting official stats on shark landings in Italy in the last seven years, and a fun citizen-science project called Mermaid’s Purse, supported by the Save Ours Seas Foundation, that involved divers to sketch a map of breeding grounds in Italy of the nursehound shark.

Our websites badly need update and mantaining, so you might not find all informaton there yet… but it will be soon!

parlano di noi… la RAI e Repubblica.it

Giornatone queste! La settimana scorsa si sono occupati di noi:

  • Bruno Vespa, che a Porta a Porta ha intervistato il principe Alberto di Monaco e ha prendeso spunto per parlare della sua Fondazione prorio della nostra ricerca (un po’ confusamente, diciamocelo. Questo il link, a 1h15′). Per fortuna poi Maurizio Codurri, presidente della filiale italiana della Fondazione, ha poi riportato in carreggiata il discorso!
  • Repubblica.it
  • di nuovo la RAI, con Giulio Guazzini che ci ha invitati durante il Salone di Genova a parlare del nostro progetto (qui sotto grazie all’ufficio stampa CTS)

Vi invitiamo a seguirci anche su Facebook, che aggiorniamo più velocemente!

due chiacchiere sugli squali con Folco Quilici

Quilici e de Sabata

Folco Quilici ed Eleonora de Sabata in Campidoglio

Piazza del Campidoglio non è esattamente piazza Unità a Trieste; dai sette colli il mare proprio non si vede.

Eppure sotto il cavallo di Marco Aurelio ieri si è parlato di squali: a Folco Quilici (e agli spettatori  della sua nuova trasmissione su Sky) abbiamo raccontato ila nostra Operazione Squalo Elefante e le attività che portiamo avanti per conoscere e proteggerequesta e altre specie di squali e razze che popolano il Mediterraneo.

L’Italia di Folco Quilici  andrà in onda sul canale Marcopolo di Sky (nel frattempo è andata in onda: eccola qui).

l’azione si è spostata in Cornovaglia. Ma non solo.

Ventotto cetorini avvistati in Cornovaglia nel solo mese di giugno (di cui un piccolo che s’è infilato in porto!), mentre meno bene sta andando nell’Isola di Man, ci ha scritto la ricercatrice Jackie Hall del Manx Basking Shark Watch.  Ma è normale così, l’estate i cetorini si trasferiscono in acque più fresche dove la “fioritura” del plancton comincia solo ora.

Ci sarebbe comunque da rosicare un po’, vista la stagione sarda non proprio brillantissima… ma proprio oggi una telefonata dalla Capitaneria di Porto di Olbia – del sempre attento Alberto Comuzzi – ci informa che un diportista avrebbe avvistato un grosso squalo elefante nella zona di Porto Ottiolu. Un po’ fuori tempo, ma perché no?

Tanto per non rivinare i bagni di nessuno, comunque, ricordiamo che gli squali elefante si cibano di plancton:  sono quindi totalmente innocui 🙂

appuntamento mercoledì 18 all’Acquario di Genova

Vi aspettiamo mercoledì 18 maggio alle 17.50 all’Auditorium dell’Acquario di Genova, per farvi immergere nell'”affascinante mondo della ricerca sul campo“. E’ questo il titolo del nuovo ciclo di incontri organizzati dall’Associazione Amici dell’Acquario di Genova, in collaborazione con l’Acquario e l’appoggio della Fondazione Carige. Vi aspetto! Continua a leggere

La cosa buona che non ci siano molti squali? Almeno non finiscono nelle reti!

20120328-172012.jpgSe il tratto di mare tra Capo Figari e Tavolara è uno degli ‘hot-spot’ che abbiamo individuato per gli squali elefante (qualunque sia la ragione che li attiri qui), non è strano che ogni tanto qualche animale si avvicini troppo alla costa e, soprattutto di notte, si infili in una rete.

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tonni e delfini a Tavolara

Insistiamo in zona Tavolara – sabato sembra sia stato visto a Capo Figari. Usciamo con Tore e Pier, dell’Area Marina Protetta di Tavolara in un giro di perlustrazione, la giornata è magnifica ma c’è un grecalino, poi virato a tramontana, un po’ fastidioso.

Appena usciti un salto – un tonno rosso in caccia che ci indica una zona piena di mangianza… e anche di delfini. Qualche scatto per “schedare” le pinne dorsali dei delfini – i tursiopi di quest’area sono ben studiati e tenuti sotto controllo – e poi continuiamo a pattugliare il mare. Passiamo davanti la base della Marina, proseguiamo verso Molarotto, rientriamo su Molara e in costa. Tonni, delfini, berte e gabbiani corsi… ma niente squalo elefante. Continua a leggere

Dove sono andati? E cmq: da dove venivano??

20120323-124817.jpgSembra assurdo che animali di 7-8 metri possano sparire e, ancor di più, che non si abbia idea di dove possano essere andati. Non credo che la ‘stagione’ dei cetorini in Sardegna sia già finita: forse vento e correnti hanno soltanto spostato qualche miglia fuori il banchetto di plancton, e magari basterà un po’ di mare calmo per farli riavvicinare. Oppure…

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una zuppa di plastica

Lo squalo elefante mangia come un aspirapolvere: apre la bocca e nuota, filtrando l’acqua e trattenendo solo il plancton.

Solo il plancton? La domanda è evidentemente retorica, come dimostra una semplice passeggiata in spiaggia. In mare non galleggia solo il plancton. Anzi.

Oltre alle grandi buste di plastica (davanti a cui spero i cetorini abbiano il buonsenso di chiudere la bocca) in sospensione ci sono milioni di micro pezzetti di plastica – piccoli come il plancton, appunto. E che come il plancton,  finiscono dritti dritti nella pancia degli squali.  Continua a leggere

Operation Basking Shark in full swing in Sardinia

This is a post for our international friends, a recap of the last week in Sardinia where our research on the presence and habits of the basking shark is taking place (BTW – basking sharks are those funny giant sharks that often swim at the surface, mouth agape, to filter plankton. That’s all they eat, so no need to worry if you see a 8 meter shark in the water!)

We’ve been collecting information on these animals for many years, and have come to understand that they arrive in Sardinia every year as winter turns into spring. Continua a leggere

cent’anni fa, un’altra donna sulla rotta dei cetorini

Questa signora si chiamava Rina Monti, ed è stata la prima professoressa universitaria che l’Italia abbia mai avuto. Nel 1910 venne a insegnare zoologia e anatomia comparata all’Università di Sassari  – ateneo che tra l’altro sabato festeggerà i 450 anni di vita – e in quello stesso anno pubblicò le sue osservazioni sui mari sardi: compresa la cattura di tre squali elefante molto giovani. Continua a leggere

Svaligiato l’archivio di Egidio Trainito!

Vabbè ormai nemmeno vi dico che di squali non se ne sono visti, oggi – mi pare evidente, sennò avreste avuto un diluvio di notizie, aggiornamenti e punti esclamativi. Ma non dimentichiamoci che una parte fondamentale del nostro studio è anche la raccolta di tutto il materiale fotografico esistente sugli squali elefante sardi.

Così oggi ho incontrato Egidio Trainito, fotografo naturalista e soprattutto curioso e attento osservatore del mondo naturale della Sardegna. Continua a leggere

Tutti pazzi per lo squalo elefante

Ci son più persone in cerca degli squali elefante che cetorini in mare, qui in Sardegna: oggi è arrivata anche una troupe tedesca che seguirà, oltre ad altre storie, il nostro studio.
Altra giornata in attesa di una telefonata che tarda ad arrivare: mi ero quasi illusa stamattina, quando Tore – il ranger dell’AMP di Tavolara – mi ha avvertito di una cattura… Di uno squalo volpe.
Per il resto attendiamo, ma ieri nel golfo dell’Asinara nulla (né dal mare né dall’aria), nulla a Capo Ferro, e nulla anche giù a Capo Figari, fose anche a causa del vento e delle onde. Oggi c’erano molti dei ‘nostri’ a mare, ma il telefono è ancora muto…
Aspettiamo.

in attesa…

Il telefono è rimasto quasi muto, oggi. Qualche sms ci conferma che il vento ha disturbato le uscite del fine settimana – almeno quel tanto che basta per aver impedito ai diportisti di scorgere la grande pinna degli squali elefante in superficie. Oppure si sono allontanati, per qualsiasi ragione conosciuta solo a loro.

Così abbiamo passato il tempo… Continua a leggere

così si fa!

Ecco che continuano ad arrivarci informazioni e avvistamenti – pur se passati. Sempre importanti sia per il dato, che per le immagini… e anche per la soddisfazione personale. Leggete il racconto di Marta Giannini che Rossella, Roberto e Giuliano due settimane fa hanno incontrato lo squalo a Castelsardo. Recentemente hanno trovato il nostro depliant in giro e ci hanno contattate. Pasturare funziona! Continua a leggere

c’era una volta a La Maddalena…

Guardate cosa ci ha segnalato Irene Galante, responsabile centro ricerche delfini di Caprera del CTS: una foto di un piccolo squalo elefante pescato – chissà quando! – a La Maddalena. A riprova che la Sardegna è sempre stata una tappa importante nelle migrazioni dei cetorini. E ora sarebbe carino scoprire l’anno e il periodo: quello squalo era davvero piccolo!

millesettecento chilometri

E con oggi abbiamo finito (o quasi) di “pasturare”, come dice Simona: abbiamo parlato con gli uomini della Guardia Costiera e dei Corpi Forestali di ogni dove (Olbia, La Maddalena, Porto Torres, Castelsardo, Oristano, La Caletta) con i parchi nazionali (Asinara e La Maddalena) e l’area marina protetta di Tavolara. Con i pescatori professionisti e i pescasportivi, i diportisti e i subacquei, con amici e sconosciuti.

Ora non resta che aspettare.